giovedì 22 agosto 2024

Me, mysel and I: il sogno delle vacanze solitarie, appunti di viaggio sparsi.

Mi sono presa qualche giorno per organizzare i pensieri, gli appunti e i ricordi di questo mio piccolo sogno, un breve viaggio in solitaria, voglio fissare qui questa esperienza bellissima in un viaggio a ritroso.

Era il 29 luglio 2024, un lunedì di un'estate caldissima.

Oggi ultimo giorno di lavoro, i pazienti arrivano in massa oggi che è l'ultimo giorno di apertura.

Naturalmente.
Dolori ai denti vari ed eventuali, ascessi, infiammazioni, cavallette e calamità bibliche.
Denti persi ma ho solo mangiato un'oliva
Corone cadute
Apparecchi smontati
Gente che si presenta a caso senza appuntamento perchè sa, è l'ultimo giorno...

Torno stravolta dal ritmo di una giornata che sembrava non finire mai. Sono cotta, ste ferie benedette me le sono sudate fino all'ultimo minuto (letteralmente).
Oh. FERIE.
FERIE.
BENEDETTE FERIE.

E allora stamattina ho fatto una delle mie cose pazze: vado in vacanza, da sola. 
Ho due giorni per fare le valigie e partire e ho appena prenotato un buco per dormire, la meta l'ho decisa: Recanati arrivo.

Anna mi ha invitata in Puglia ma sono pochi giorni, il viaggio è lungo e allora ho partorito un piano, un vaghissimo piano. Vado a Recanati perché amo Leopardi, perchè ci sono in zona un mucchio di posti che vorrei vedere, perchè del Conero ho letto meraviglie. Perchè.
E prima di raggiungere Recanati magari passo da San Marino, un desiderio che mi è rimasto infilato in gola insieme al divorzio, e poi non lo so fino al 4, e andrò in Puglia da Anna e Paola fino all'8. Poi torno e a metà viaggio mi fermo a dormire da qualche parte. Vedremo, sono persa nel mio solito caos.


Non ho pianificato niente, non ho mai vacanzato completamente da sola, spero che la macchina non faccia brutti scherzi.
Ma non mi fermo e non vado in vacanza da due anni, ho bisogno d'aria e di staccare e di tirare il fiato.

Ho già visto un tour guidato di Ancona in monopattino...ho visto tante cose, sono piena di energia e di aspettative, se anche dovessi farne un decimo sarei felice ugualmente.

Il "buco" è questo bel casale...Bassarì, e sulla carta è un bel posticino, ma io non mi faccio troppi problemi, comunque sia andrà bene.



01 agosto 2024, Giorno 1, San Marino e Porto Recanati
Parto in ritardo, un po' ansiosa. Si son fatte le le sei ma mi spiace lasciare le ragazze e la gatta a casa e me la prendo comoda.
Le valigie sono fatte malino, troppa roba e sicuramente mi sono dimenticata qualcosa ma ho messo le pinne e tutto quello che pensa possa servire in ogni occasione. Ho questo senso di allegria, di aspettativa e sì, di felicità, che mi prende la gola. 

Traffico e code in zona Bologna me le aspettavo, non mi aspettavo che si rompesse il condizionatore della macchina mentre sono impiantata a Borgo Panigale.
Abbasso i finestrini come negli anni sessanta e sfreccio libera e felice col sudore che scava rivolti sulla mia schiena.
Mi fermo per un caffè, riparto e una cascata gelida mi investe i piedi, il condizionatore riparte ma sta roba non promette niente di buono, esperti d’auto, aiuto!!!

A San Marino ci arrivo ad un buon orario a dispetto del traffico, ma poi passo un’ora a cercare un parcheggio, testarda, perchè sono arrivata fin qui e col cavolo che me ne vado. Poi un ragazzo gentile mi indica un parcheggio gratis, vuoto, con una piccola salita da fare fino alla funivia.
La salita dura in effetti pochissimo a me e alla mia forma tonda sembra l’Everest, boccheggiando tocco la vetta.
Felice me.




Prendo la funivia e salgo fino in cima, sono così contenta che mi viene da piangere. Fa caldo, caldissimo ma io San Marino me la giro tutta o quasi: mi arrampico in cima alle torri, almeno due, me le gusto fino in fondo, e arrivo fino ad uno sperone di roccia nuda, lo spettacolo è da mozzare il fiato.
Sono stupidamente venuta in sandaletti e ho promesso alle mie ragazze prudenza e niente bravate. Mi sono avvicinata a livello di sicurezza…







E poi le chiese, le piazze, i vicoli, vado persino al museo dei vampiri. Trovo un delizioso negozietto di articoli in porcellana e compro un souvenir da portare a casa che parla di famiglia. Ho i piedi distrutti, ho camminato e camminato ancora, ma adesso devo andare. Mi rimetto in viaggio e raggiungo la mia destinazione: il casale di Bassarì.
Il navigatore mi fa fare una strada tortuosa di salite, curve e discese, sono troppo stanca per ammirare il paesaggio e non vedo l'ora di giungere a destinazione.
Arrivata, vengo accolta con molta gentilezza, la mia stanza è piccolissima, spartana ma carina, con l’aria condizionata e pulitissima.
Ma soprattutto ho l’ingresso indipendente, posso fare quello che mi pare. Tipo andare a vedere l’alba, se mi sveglio in tempo. 
Il bagno è comodo, faccio una doccia per levarmi di dosso sudore e stanchezza e poi volo a Porto Recanati, trovo un ristorante sulla spiaggia, il primo a portata di mano e ceno. Mi chiama la Vale e mi fa molto piacere, la sera porta con se un po' di nostalgia. 
Puccio i piedi nell’acqua, e la sensazione è bellissima, mi mancava il mare. 
Il mare è arrabbiato ed è bellissimo, io passerei la vita a guardarlo. 
Finalmente il mare.




2 agosto 2024, giorno 2, le Due Sorelle e Osimo

Mi sveglio sempre all’alba, anche in ferie, ma stamattina non avevo voglia di alzare il culo dal letto così ho letto un po’ e me la sono presa comoda.
Colazione casereccia nel bel giardino dell’agriturismo, due grattini de panza al cane di casa e penso a cosa combinate oggi. Ci sono talmente tante cose da vedere, accipicchia! Mi decido e messe insieme le mie carabattole marine mi dirigo verso Numana per andare a visitare la Spiaggia dellle Due Sorelle.
Il navigatore mi fa fare su e giù per le colline, me la prendo comoda e ammiro il paesaggio,nelle Marche ci sono stata tante volte ma mai così. ❣️
Arrivo giusto in tempo per comprare un ombrellone dal ragazzo pakistano e prendere al volo la navetta che mi farà fare il giro delle spiagge del Conero.
Ci fanno una breve ma esauriente visita guidata di questo tratto di costa e approdiamo. Il Conero è bellissimo, avessi il fisico mi sarei addentrata in uno dei sentieri…






La spiaggia delle Due Sorelle è fatta di piccoli ciottoli di calcite arrotondati dal moto ondoso, qui non si lascia niente e non si porta via niente, ciò che è bello va rispettato e preservato.
Pianto l’ombrellone, prendo maschera, boccaglio e pinne sono in acqua ad esplorare i faraglioni.
L’acqua è un po’ torbida ma pulita, non mi spingo tropo in vicino perché c’è corrente e il mare è mosso e pieno di pesci.
Vecchia e cicciona, ma sono ancora capace, in acqua ho le branchie.
Mi ero dimenticata di quanto è bello, farei questo tutta la vita.
C'è solo un no: troppa gente, con i traghetti che fanno continuamente la spola per caricare e scaricare umanità. L'affollamento finisce per togliere fascino a questa spiaggetta.

Decido di tornare un po' prima del previsto e mi rinfresco con una birretta sul traghetto. Cerco un posto sulla spiaggia dove pranzare con l'idea di esplorare i dintorni e restare al mare tutto il giorno ma fa veramente un caldo porco!!! Guardo la mappa e mi ricordo che il Doc mi aveva consigliato di visitare Osimo, leggo che ci sono delle grotte...ottimo, mi rimetto in macchina e la raggiungo. Trovo un parcheggio comodo, faccio il biglietto per le grotte e aspetto l'orario impaziente, e le grotte non deludono.
Fa freddo! Ci sono 14°, che meraviglia, mi prestano addirittura uno scialle di lana e non mi sembra vero. La visita alle grotte si rivela molto bella e interessante, con una bravissima guida. Della storia affascinante di queste grotte, di questa gigante città sotterranea che nasce tremila anni fa, fatta di tunnel che portano il segno dei secoli passati mi ha colpito un particolare: nei punti illuminati dalle torce artificiali prolifera il muschio, verdissimo. E’ impossibile distruggere la vita, anche al buio trova il modo di riproporsi. 
 


Riemergo e il freddo mi ha rinfrancata, parto in esplorazione.
Osimo è davvero molto bella, ben tenuta e con un parco pubblico fresco, curato e incantevole. Mi perdo a guardare il panorama dalla bellissima balconata e mi spiace solo non avere il tempo di visitarla a fondo come merita. Ma sono molto stanca e devo rientrare.

Prima di rientrare mi fermo al mare, in un punto di spiaggia libera che avevo notato in macchina fra Numana e Porto Recanati: leggo che è meglio non balneare ma è comunque tardi per fare il bagno, però è un bel posticino, sembra davvero una cartolina. Leggo un po' e aspetto il tramonto, poi rientro. Mangio gli avanzi del pranzo abbondante che avevo portato via, faccio una doccia e volo a nanna. Domani mi aspetta Recanati.








3 agosto 2024, giorno 3, Recanati
Mi sradico dal letto, si vede che mi sto rilassando, sistemo ricci e valigia che domani mattina si riparte per la Puglia.
Oggi vado a Recanati e se mi avanza del tempo in uno dei borghi vicino. Due chiacchiere con i proprietari, che sono gentilissimi e un grattino alla cagnolina di casa che sta perennemente con la pancia all’aria, se le cerca proprio. 😂❣️
Colazione con i prodotti del posto nel bel giardino e via!
Arrivo a Recanati, metto la macchina nel parcheggio a pagamento e salgo fino in cima con l'ascensore... e mi perdo. Non solo per la bellezza del luogo ma perchè non so esattamente dove andare a cercare una cartina e nessuno sembra essere in grado di darmi indicazioni. Fino al gentilissimo dipendente di un ufficio pubblico che mi fornisce anche di una cartina. Mentre mi dirigo verso la casa di Leopardi mi perdo rapita nei vicoli e scatto duemila foto. Prima di arrivare a destinazione prenoto una visita guidata con un attore vestito da leopardi che ci porterà in giro per la città recitando versi nei punti salienti.
Mi fermo nella piazza del sabato del villaggio, faccio i biglietti e mi gusto museo e abitazione del poeta...la giovane guida, una ragazza di nome Alice, è bravissima nel raccontare la vita e le vicissitudini di Leopardi con suo fratello e sua sorella, mi sembra davvero di vederli giocare e studiare nella vastissima e incredibile biblioteca, e mi sembra di vederlo spostare il suo scrittoio da una finestra all'altra e scrivere poesie.
Finita la visita alla casa inizia la Leopardi Experience, e mentre recitiamo l'infinito in zona colle decide di piovere. L'esperienza è interessante nonostante la pioggia ma devo poi trovarmi un posto per mangiare e ripararmi dalla pioggia e finisco dai frati cappuccini. Il pranzo è ottimo, il vino dei frati fortissimo e mi stordisce un po'.
In questo stato leggermente ebbro vado a visitare il Colle dell'Infinito, bene FAI di una bellezza strabiliante. 

"…e il naufragar m’è dolce, in questo mare."
Piove, e in questo bellissimo giardino odoroso di fiori ed erbe aromatiche e silenzioso ci siamo soltanto io, la pioggia lieve, il fantasma di Giacomo…e questo gattone affettuoso che mi ha accompagnata per tutto il tempo. Mi precede, mi aspetta, mi accompagna e si fa fare un milione di coccole.
La pioggia accentua gli aromi e i profumi, mi chiedo se Giacomo sia venuto qui a rimirare l’infinito della sua immaginazione anche in una giornata come questa, umida, malinconica e plumbea.
Ti comprendo Giacomo, ti capisco eccome.
Sono venuta qui apposta, era la meta principale di questo viaggio e ne esco incredibilmente emozionata, il giardino vale da solo la scarpinata fino qui.

Ancora sognante vago nella direzione opposta per andare a visitare il museo di Beniamino Gigli e della musica.
Noto due cose: fa veramente molto caldo e questo bellissimo museo è deserto, perché? Forse abbiamo perso la memoria dei nostri grandi?
Ci sono i costumi di scena e un'area molto bella dedicata all'ascolto di alcuni degli spartiti più famosi. Se ci fosse l'addetto si potrebbe anche ascoltare un grammofono con un vinile, ma non c'è nessuno. Metto le cuffie e nonostante il caldo riesco a rilassarmi:

“Nacqui con una voce e quasi null'altro: né ricchezze, né influenze, né altri talenti.Se non fosse stato per questa formazione privilegiata delle mie corde vocali, me ne starei probabilmente ancora, in questo momento, a spianar tavoli o cucire pantaloni, oppure rattoppare scarpe come faceva mio padre nella piccola cittadina di Recanati dove nacqui il 20 marzo 1890. E tuttora sarei povero come mio padre.
Ma Dio mi diede una voce e questo cambiò tutto.
Ero bravo al canto e nulla più.
Mi piaceva cantare e nulla più.
Dovevo cantare: che altro avrei potuto fare?”
(B. Gigli, autobiografia)

Esco, una volta di più, arricchita.
Raggiungo la torre dell'orologio e naturalmente salgo: E’ un po’ ripida, mi dice dalla biglietteria una ragazza affabile, e se vuole lungo il percorso c'è una mostra di Carmelo Bene.
Un po' ripida non rende l'idea, gna faccio a farcela, mi dico, ho l'anca che scricchiola per tutto il superlavoro fatto fino a qui, ma sono indubbiamente molto testarda.
E arrivai in cima, e non voglio nemmeno pensare a come riuscirò a scendere da qui. La vista da quassù è strabiliante e respiro a pieni polmoni, amo da sempre le altezze, mi ci vorrebbero un paio di ali.
Ridiscendo, con i crampi, ma ne è valsa la pena, per il paesaggio ma anche per la bellissima mostra di Carmelo Bene allestita lungo il percorso.
Continuo a vagare per Recanati cercando di carpirne più angoli possibili e arrivo al museo civico e alla pinacoteca. Ho poco tempo e mi limito a dare un'occhiata di massima sperando di tornare in seguito, sono abbastanza sfinita.
Recanati ha punte di splendore assoluto e qualche segno di usura qua e là. Giardini pubblici a parte, che sono molto trascurati, in parte probabilmente per penuria d’acqua, in parte sicuramente per noncuranza. Ed è un peccato perchè sarebbero solo un valore aggiungo…
Rientro e mi fermo di solito nel mio posto-cartolina in riva al mare, con un libro e la quiete data dalla pienezza di aspettative raggiunte.
Dopo l'anno appena trascorso non mi pare vero di non avere niente da fare, di poter respirare l'aria salmastra a pieni polmoni accompagnata solo dal rumore delle onde. Qui non c'è quasi nessuno, si sta bene.
Saluto questo angolo di Conero e torno alla mia stanzetta, domani si parte presto. Doccia, carico la macchina e lascio indietro solo l'indispensabile, e buon sonno a me.

4 agosto 2024, ma anche 5, 6, 7, 8, la puglia, le amiche, il Gargano e l'arte di sovrascrivere

Parto alle 5 e mezza cercando di non far rumore, c'è traffico ma la situazione è molto tranquilla e tollerabile. Sono fresca e riposata ma detesto cordialmente il tratto di autostrada che da San Benedetto mi porta verso sud: salite, discese, curve, buche ed eterni lavori in corso, con tratti da autostrada da terzo mondo.
Non faccio pause e allo spuntare delle pale eoliche mi parte un urlo di felicità, vedi le pale e capisci di essere arrivata in Puglia.
I tornanti sul gargano che mi portano verso il mare sono simpatici come ricordavo, ma il paesaggio è così bello e familiare che il tempo vola in un baleno.
Arrivo alla Baia di Manaccora, e ci sono le mie amiche ad aspettarmi, si sta bene.
Amo da sempre tutto del Gargano, ha quel selvatico che mi assomiglia e che sento nel cuore con lo sguardo pieno di verde e di infinite tonalità di blu e d'azzurro.
Questo mare ha il potere di rimettermi in ordine, non sento la fatica, non sento le ansie non sento le mancanze. E' legato ai ricordi agrodolci del mio matrimonio fallito ma nei giorni successivi le mie amiche mi permettono di sovrascrivere tutto: ho la piena libertà di girare, di camminare, di esplorare.
Tornare sul luogo del delitto, ma essere un’altra persona. Non migliore o peggiore, semplicemente diversa.
Godo della loro compagnia, sono donne straordinarie che non ringrazierò mai abbastanza per questo regalo autentico, mi conosco e conosco la mia incapacità di esprimere i miei sentimenti in modo adeguato, spero che qualcosa sia arrivato.
Nei giorni passati qui esploro i dintorni, mi arrampico, cammino tantissimo, scopro spiagge e punti panoramici incredibili. Salgo fino al Trabucco di Mimì tagliando su un costone di roccia, faccio foto ai gabbiani e mi prendo il tempo di guardare l'infinito blu che mi guarda di rimando. Scendo verso la spiaggia Zaiana, una bella spiaggia raggiungibile in macchina solo fino ad un certo punto, poi bisogna affrontare una discesa a gradini. C'è un bar con ristorante e un piccolo lido ma la spiaggia libera è molto ampia, la gente è poca al mattino presto e ne vale la pena. Faccio il bagno più volte da un punto all'altro e mi riavvio per tornare senza quasi sentire il caldo e la fatica nonostante sia mezzogiorno. Potere dell'entusiasmo e del mare.

Nei giorni successivi esploro il versante che dalla madonnina di Manaccora porta a Cala Lunga, altra incantevole spiaggia con ombrelloni a pagamento, poi vado verso la Torre Saracena, privata e mi soffermo ad esplorare. Scopro per caso il sentiero che porta ad un'altra caletta, quella dei Turchi, ma sbaglio strada e il sentiero che ho intrapreso è troppo selvaggio e incasinato, devo tornare indietro e fa troppo caldo per proseguire.
Ci torno il giorno successivo, partendo al mattino presto. Imbocco il sentiero giusto che pur essendo ripido è più accessibile del precedente e finalmente arrivo alla baietta.
Non c'è nessuno, intorno non ci sono case, strade o abitazioni, c'è un silenzio totale rotto solo dal rumore dei gabbiani e della risacca. Non mi azzardo, da sola, ad addentrarmi nelle ampie grotte, ma faccio un lungo bagno sentendomi in paradiso. Decido di andarmene dopo circa un'ora, appena sento la presenza di altri esseri umani.
Nei giorni che precedono la mia partenza il mare è molto agitato, con onde piuttosto importanti: è il mare che preferisco. Me ne vado col magone, amo questo mare e se va bene dovrò aspettare un altro anno prima di rivederlo e così faccio il pieno di sensazioni, brezza salmastra, onde e tramonti.
Prenoto una camera per il rientro il giorno prima di partire: ho deciso che mi fermerò ad esplorare Ancona.

9 agosto 2024, nono giorno ma ho perso la nozione del tempo. Ancona.

Parto abbastanza presto, salutando Paola e Anna con un po' di tristezza e con la speranza di poter ricambiare un giorno questo bellissimo regalo.
Il traffico è scorrevole, arrivo ad Ancona abbastanza facilmente. Ho prenotato una camera da un'affittacamere che si chiama Valeria: dunque Casa Valeria. 
Valeria è gentilissima e molto disponibile, mi ha fatto fare check-in in anticipo e ci accordiamo per incontrarci al parcheggio. Ho il permesso e mi costa pochissimo e sono fortunatissima, è vicino alla camera in pieno centro storico, devo solo scendere le scale. La camera è esattamente come nelle foto e nelle recensioni: deliziosa. Curata nei minimi particolari, piccina, con aria condizionata, un angolino per prendere il tè, netflix, caffè e ogni ben di dio in bagno, con una doccia gigante e comoda.
Valeria mi ha fornita di mappe e mille consigli su cosa vedere e come girare, ha anche i biglietti scontati del bus.
Io ho poco tempo, purtroppo, devo fare una cernita perchè domani mattina devo ripartire
.
Mi suggerisce per prima cosa di arrampicarmi in cima al parco del Cardeto, uno dei punti panoramici più belli della città. Fa caldo ed è tutto in salita ma la sfacchinata merita di essere fatta, davanti a me c’è l’immenso blu. In questo turchino potrei perdermici dentro, un panorama incredibile, con un silenzio rotto solo dai gabbiani.
Ridiscendo e mi dirigo verso la bellissima San Ciriaco, vedo tutto quello che posso vedere ma il tempo è poco e non mi permetterà mai una visita completa a questa città antichissima, che parte dai greci fino ai giorni nostri e spesso, da un punto di vista storico/artistico, sottovalutata.
La Mole Vanviteliana ad esempio non riesco a visitarla, ma vedo le fontane più famose, quella del calamo e quella dei cavalli, piazza del plebiscito, del papa, Cavour, gli scavi romani, il monumento ai caduti, la caratteristica e particolarissima spiaggia del Passetto...cammino e cammino ancora, consumando scarpe e articolazioni, ingorda e mai sazia di nuovo e di bello.
Torno sfinita alla mia bella stanza, mi rilasso con una lunga doccia, una maschera viso, un bel massaggio ai piedi e alle mani. Mi faccio una tisana rilassante e guardo un film stupido e romantico finché non mi addormento.

10 agosto 2024, decimo giorno, ancora un giro ad Ancona e torno a casa.

Mi alzo prestissimo, alle sei sono per strada diretta al porto antico.
Ancona non è altro che una lunga storia di mare e di sale e mi spiaceva andarmene senza addentrarmi nel vero cuore pulsante della città.
Così ho trascinato le mie artrosi fin qui al mattino presto, che il sole picchia di meno.
Io trovo spettacolare la candida solidità imponente e intatta nei secoli dell’arco di Traiano contrapposta all’impotenza navale odierna.
In questa contrapposizione c’è la storia dei viaggi dell’uomo e non posso che esserne rapita: la mia fantasia qui vola sulle onde…
Quel desiderio di mettere il culo su una zattera e spingerla sull’acqua, e andare sempre un po’ più in là, a vedere, a scoprire, a portarsi altrove.
In una vita precedente sono sicuramente stata un marinaio.

Esploro tutto e mi perdo la fontana del sole...mi toccherà tornare!
Cammino e cammino ancora fino al faro rosso con la bella immagine di Monica Vitti, poi torno indietro e mi dirigo verso il palazzo degli anziani, passando per la casa del capitano e risalendo lungo le mura siracusane. Fino in cima, consumando le scarpe.
Le chiese, i musei...apre tutto alle dieci, troppo tardi per me che devo partire.

Mi rimetto in viaggio diretta verso casa, con il rimpianto di una visita incompiuta e negli occhi ancora tanta bellezza.

Il viaggio di ritorno è costellato di incidenti, code e brusche frenate, mi sembra di non arrivare mai. Ho voglia di abbracciare le mie figlie e la gatta, ma il ritorno è sempre un tempo dilatato, non c'è l'aspettativa della scoperta.
Ma finalmente, Casa.

11 agosto 2024, giorno zero, cosa rimane. 

"In viaggio, la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia."
(Nicolas Bouvier)
Stamattina, leggendo questa citazione postata da qualcuno, ho pensato che tutto questo breve, piccolo viaggio è stata per me una continua sorpresa.
Perchè non ho programmato niente e sono partita con solamente una vaga idea di cosa vedere. Ho deciso sempre sul momento: adesso vado lì, adesso mi fermo qui.
Adesso, qui e ora, sono completamente padrona del mio tempo e dei miei ritmi.
E questo mi ha fatto respirare la libertà assoluta, pura, meravigliosa di poter fare quello che mi pare e di seguire lo sghiribizzo del momento, ho potuto dar sfogo alla vorace, insolita curiosità che è larga parte del mio carattere senza che nessuno mi mettesse un freno.
Pagandola, perchè le mie articolazioni sono qui a ricordarmi che certe fatiche non me le posso permettere, ma ne è valsa la pena per riempirsi gli occhi di tanta bellezza.
Se fossi ordinata darei un senso al pacco di foto, mappe, scontrini, ricordi, ma non lo sono e quindi penso che perderò le foto come al solito e il resto finirà impacchettato nella solita scatola dove tengo il caos della prova provata del mio passaggio in questa vita.
Le mappe le tengo perchè ci sarà una prossima volta: mi piace viaggiare da sola, una mia amica ieri mi ha chiesto se sono stata bene solo con me stessa e io le ho risposto che sì, in fondo sono la persona con cui convivo ogni santo minuto della mia vita.
Mi sopporto piuttosto bene.








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