Ci sono docenti che hanno la straordinaria capacità di entusiasmare e appassionare e questo dovrebbe essere il ruolo cardine, lo spirito guida di chi svolge un lavoro così importante.
Durante il mio primo anno delle superiori uno di questi artisti dell'insegnamento, un giovane supplente la cui faccia si è persa nella memoria, mi ha portata alla scoperta degli scrittori americani del novecento. Catturata semplicemente perché gli brillavano gli occhi quando ne parlava ed io ero terreno fertile. Ho sempre avuto una curiosità feroce ma anarchica e incostante (la mia rovina, perennemente), il programma scolastico è velocemente proseguito altrove ma lui non aveva la stessa luce negli occhi ed io ho continuato caparbiamente a leggere tutto quello che ho trovato nella piccola biblioteca di paese sugli autori americani, per mesi. La mia attenzione si era focalizzata soprattutto su Steinbeck, del quale avevo davvero letto una montagna di libri e che mi sono procurata, ora dovrò trovare uno spazietto per il resto dei volumi su scaffali che già gridano vendetta, ma li ho visti e mi hanno chiamata.
Ho deciso, appena finita l'abbuffata di curiosità morbosa sulla vita di Nureyev e Bruhn, di riprendere il filo interrotto di questo interesse, sono passati ben 33 anni e vorrei riafferrare, attraverso la rilettura di Steinbeck, la passione assoluta dei miei quattordici anni, quella che non mi permetteva mai di lasciare un libro prima di averlo finito, a costo di rimetterci la vista. Vorrei ricordare il motivo del mio amore viscerale per certi autori e per la lettura, quel qualcosa di indefinibile che faceva brillare i miei occhi mentre si perdevano su uno scaffale polveroso di una piccola biblioteca. Penso di averla persa, insieme alla capacità di sognare e annullarmi in mille vite e mille mondi.
Solo di uno dei minori ricordo le ragioni del sentimento, "La Santa Rossa", romanzo storico sulla vita di Henry Morgan abbastanza insignificante nell'importante produzione successiva. Ma viveva già in me la sindrome da ultima delle romantiche, buttata in un angolino buio e nascosto fra maree di pragmatismo e ironia. Ed è ancora lì, la bestiola, non si è mai fatta ammazzare dal cinismo della vecchiezza.
A presto, John.
Con Amore immutato.
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