sabato 17 agosto 2019

Cuore di Passero, anima d'Aquila.

Di te scrivo sempre poco, perché so che sei schiva, so che non brilli dei colori di un pavone, piuttosto di quelli di un passero. E che i tuoi colori in fondo ti piacciono così, anche se ti dipingi i capelli dei colori dell'iride.
Ho visto il tuo ego a brandelli, ho fatto del mio meglio per ricucire le ferite, ho sicuramente pasticciato e fatto casini nel tentativo. 
Vorrei vedere quelle ali aprirsi per spiccare un volo altissimo. Ma devo avere pazienza, qualche piuma è ancora strapazzata, guarirà. 
Puoi credermi, ci vuole solo tempo. Tempo e fiducia.
Ti dico che sei la mia Daria preferita e mi rispondi prendendoti in giro, dici che forse sei un po' autistica, che costruire ponti di comprensione fra te e gli altri umani è faticoso e non ti viene mai bene. E allora ti chiudi, e allora il disagio ti rende scontrosa e incagabile, ma quando sei a tuo agio brilli. 

Credimi sulla parola, luccichi.
E soprattutto, non ti ho mai vista lasciare indietro qualcuno, MAI. Non hai mai usato la parola "sfigato", perché ti ferisce e ti ha ferita e tu non vuoi ferire di rimando. Non c'è stata una sola volta in cui non ti sia avvicinata tendendo una mano a chi era isolato o in difficoltà, con il tuo modo quieto e qualche volta titubante, grezzo e inadeguato. Non hai mai detto di no ad una richiesta di aiuto, lo so, lo vedo e lo sento. 

Che ti sia riconosciuto o meno, che ci sia gratitudine o meno, questo è quello che sei. 
E devi andarne fiera.
Sei il tuo umorismo strampalato, la tua onestà, la tua lealtà. E anche il tuo brutto carattere, ce lo abbiamo tutti.
E se tu, con le tue difficoltà, riesci comunque a gettare un ponte, ci sarà qualcuno disposto a fare altrettanto per te. 

Vedrai.
Oggi mamma ha mangiato pane e miele a colazione, te lo volevo scrivere, nero su bianco. 

Sopportami un po' che poi mi passa. 




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